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Giù la maschera


Stamattina ho riletto un articolo di Marina Terragni pubblicato sul settimanale femminile “Io Donna” il 31/03/2012. La giornalista è da sempre molto attenta alla questione femminile e quel titolo calza a pennello, sulla riflessione che nella scorsa settimana ha tenuto viva la conversazione con alcune amiche.

Perché gli uomini in quanto categoria maschile riescono a fare gruppo, fronte comune, ad essere solidali tra di loro; mentre noi donne, viviamo ancora di invidie, animosità e sempre pronte a scagliarsi l’una contro l’altra. Indubbiamente la maturità, la consapevolezza, l’autostima di ognuna di noi giocano ruoli fondamentali nel saper riconoscere che l’altra può essere un’alleata preziosa. Eppure la sensazione è quella che nonostante secoli di lotte per l’emancipazione, la strada da percorrere sia ancora molto lunga, come scrive Terragni “che bellezza che grandezza, che libertà di orizzonti nel poter competere con l’altra a viso aperto, nell’ averla come nemica, e perciò riconoscerla, senza provare nemmeno un po’ di invidia”.

La rivalità femminile è ancora troppo forte: nella vita privata si contendono uomini che valgono poco; nei luoghi di lavoro, dispetti, pettegolezzi di varia natura sono usati per screditare la collega che ha più personalità, quella più bella o quella che lavorando sodo ha raggiunto posizioni di rispetto.

Non esiste la rivalità maschile, esiste la competizione.


Nel corso della mia vita ho sempre guardato con ammirazione, alle amiche, alle colleghe, quelle brave, quelle appassionate, quelle che nonostante tutto affrontano battaglie con fierezza e coraggio.

Queste donne che mi accompagnano nel mio percorso, sono una guida, una mèta da raggiungere pur riconoscendo le mie caratteristiche uniche e diverse. Seguirle, non per essere come loro, ma quali rappresentanti di mondi femminili positivi, in cui non c’è spazio per l’invidia che usa mezzucci e strategie per ferire l’altra.


Nel confronto vero con le amiche, questa settimana, ho avuto l’ennesima conferma di aver intorno a me donne con la “D” maiuscola.

Donne che hanno studiato e lavorato sodo

Donne che hanno amato, sofferto e riaperto nuovamente il loro cuore

Donne che vivono di intuizioni, di sesto senso e assecondano la loro parte più ancestrale e profonda

Donne belle non secondo i canoni estetici imposti dal mondo maschile, ma affascinanti, carismatiche e di personalità

Donne che sanno esserci e coltivano le amicizie

Donne che hanno coraggio e sanno stare da sole, senza accontentarsi della compagnia di uomo


E poi ci sono quelle donne piccole, senza un minimo di consapevolezza e autostima, che insultano, attaccano, minacciano, invidiano, screditano.

Quelle che scoperto un tradimento, se la prendono con l’altra e non con il proprio uomo; quelle che difendono l’indifendibile, per paura di andare a fondo e scoprire il vuoto in cui hanno vissuto per anni; quelle che hanno smesso di sognare, perché spaventate da pensare di poter volare alto.

La pena per loro è tanta.

L’augurio che possano un giorno trovare la forza di crescere e scoprirsi migliori.


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