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Giù la maschera



La tolleranza ai tempi di facebook.

Sono approdata alla realtà del social network solo da qualche anno, ero piuttosto scettica e fino all’ ultimo ho dimostrato la mia ritrosia, mi chiedevo che senso avesse condividere pensieri, immagini private, con persone che non frequentavo, e se non c’erano più, mi chiedevo, forse, tutta questa importanza nella mia vita non ce l’avevano.

Poi una volta creato il profilo, mi sono data un paio di semplici regole di convivenza civile e di rispetto verso me stessa e gli altri: dare l’amicizia solo a persone che conoscevo o con le quali almeno un “ciao” l’avevo scambiato realmente e non usare mai parole offensive o irrispettose nei confronti di altre persone ed opinioni diverse dalle mie.

Queste due regole, mi hanno permesso di evitare quello spiacevole meccanismo del “non mi piace più”.

Credo che facebook sia:

un mezzo per far circolare idee, notizie, attraverso parole, immagini, video

un mezzo per passare il tempo, certo qualcuno potrebbe obbiettare che ci sono tante altre cose più soddisfacenti, ma non voglio salire in cattedra e impartire la lezione a nessuno, e alzi la mano chi non si è collegato per far passare certi “tempi morti”;

un mezzo per farsi gli affari degli altri e mettere in piazza i propri … bye bye privacy … in una società che vive di apparenza a chi non piace mostrarsi sempre sorridente e felice … poi quanti di quei sorrisi siano effettivamente veri, ma questa è un’altra storia! A chi non piace illudersi?

un mezzo per vedere come le persone reagiscono di fronte a fatti ed opinioni diverse dalle proprie;

E allora quanto ci scopriamo arrabbiati, incazzati, pronti all’ attacco verbale o facili alla cancellazione se qualcuno non la pensa come noi?

Quanti post vedo scorrere nella home, pieni di odio e rancore, dovrei controbattere a tutti con altrettanta violenza?

No, ogni volta decido e scelgo con consapevolezza di rispettare le opinioni altrui anche se differiscono completamente dalla mia e li faccio scorrere, non clicco mi piace e non li condivido. E questa è una straordinaria forma di libertà.

La mia opinione su quelle persone cambia? No, sono semplicemente diverse da me e ringrazio che ognuno possa esprimere sempre la propria opinione, condivisibile o meno.

Manchiamo di capacità di pensiero critico.

“per trasgredire non occorre essere Al Capone: basta pensare. Nella società umana, ci insegnava il professor Ringold, la trasgressione più grande di tutti è pensare. Il pensiero critico … ecco l’estrema trasgressione” in questo passo del romanzo “Ho sposato un comunista” del premio Pulitzer Philip Roth, si condensa una profonda verità, su cui medito ogni volta che mi imbatto in post che non condivido.

Siamo sempre connessi, sempre pronti a replicare, sempre pronti a reagire in pochi minuti, senza concedersi il tempo di fermarsi e pensare.

Mi chiedo se facebook non fosse virtuale, ci sentiremmo autorizzati ad insultare, usando ogni forma di violenza, verso ogni persona che ci capita di incontrare ed ascoltare per strada, al bar, al supermercato, in ufficio? Si ritornerebbe al medioevo, un’epoca ,personalmente, molto affascinante, ma violenta, in cui si era sempre pronti a sguainare la spada per uccidere il nemico, in cui i roghi erano sempre caldi per bruciare chi pensandola semplicemente diversamente era etichettato come “eretico”.

Oggi l’arma non è più la spada, i roghi non si accendono più (almeno non nei paesi civili, e su questo mediterei ulteriormente) ma abbiamo infinite applicazioni tecnologiche, per essere sempre pronti a reagire, scrivendo fiumi di parole, insulti, e sproloqui vari verso chi non la pensa come noi.

Pensare, riflettere, attivare quelle facoltà mentali che ci permettono di costruire un pensiero che si possa ritenere tale.

E poi lasciar andare ed accettare che fortunatamente non siamo tutti uguali, per cultura, per credenze più o meno consce, per esperienze di vita, per sensibilità, per interessi.

Questa per me è la tolleranza.

Sono vegetariana da un paio di anni, ma se da oggi decidessi di sedermi al tavolo con la maggior parte degli amici carnivori e iniziassi ad insultarli pesantemente, perché non hanno fatto la mia stessa scelta, cosa dimostrerei? Riuscirei a convincerli a diventare vegetariani?

Mi piacciono i libri, ma se da oggi decidessi di insultare chi legge solo i romanzi rosa, o le biografie dei calciatori, cosa dimostrerei? Riuscirei a fargli leggere l’ultimo saggio di antropologia di Augè o del sociologo Bauman?

Sono tifosa milanista, ma se da oggi decidessi di insultare gli amici interisti, juventini, romanisti, cosa dimostrerei? Riuscirei a fargli cambiare squadra?

Sono eterosessuale, ma se da oggi decidessi di insultare chi è omosessuale, cosa dimostrerei? Riuscirei a fargli vivere la sessualità, come la vivo io?

Sono cristiana cattolica, ma se da oggi decidessi di insultare chi professa un’altra religione? Riuscirei a convertirli?

No, perché non mi interessa convincere niente e nessuno, le mie scelte sono solo mie, frutto di vissuti, credenze, manifestazioni del mio essere, e non mi assurgo nessun diritto di considerarle migliori di quelle di altri.

No, perché innescherei solo un clima di odio, violenza verbale e intolleranza, che non mi appartengono per la mia filosofia di vita.

Ricordate la regola elencata all’inizio, rispetto!

Rispetto per ogni persona, idea, sensibilità, scelta, interesse.

Postate quello che volete.

Qualcosa vi urta? Liberissimi di esprimervi, ma sempre con rispetto.

Non scaricate le vostre frustrazioni, sulla tastiera del pc o dello smartphone e non prendetevela con quell’amico numero 780 che non sapete neppure che voce abbia!


Prendiamoci il tempo per pensare. E’ l’unica nostra grande libertà.


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