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Il padre infedele



Una profonda presa di consapevolezza che il ruolo di padre non è così automatico e simbiotico come quello della madre nei confronti dei propri figli. Un ruolo che è mutato, cambiato negli ultimi anni e che lascia gli uomini, da sempre poco avvezzi alla sfera delle emozioni e dei sentimenti, spesso in balia di un qualcosa che non sanno ancora definire. Li lascia spiazzati, fragili, vulnerabili “il maschio, invece, per quanto si sforzi, per quanta buona volontà profonda, rimane uno spettatore esterno e inetto. La nuova cultura del nuovo padre lo chiama a scendere in campo, ma per tutta la durata della partita gravidanza-parto-allattamento, e fino al primo anno di vita del bambino, il maschio non tocca palla

In seguito capirai che il mito della famiglia e la fantasmagoria consumistica sono due facce della stessa medaglia. Un giorno lontano scoprirai poi che nessuna delle due sarà mai la tua faccia. Dovranno però trascorrere molti anni, per ora ne hai un solo vago presentimento. Si, perché sotto sotto intuisci fin da ora che, se nell’Ottocento il conte Tolstoj scrisse che tutte le famiglie felici si somigliano ma ogni famiglia è infelice a modo suo, oggi, al principio del ventunesimo secolo, l’unica famiglia felice è quella dei frollini con la granella di zucchero

E’ un romanzo che mostra l’incapacità di sentirsi all’altezza del ruolo di padre, ma non solo, elabora, con un acume e un punto di vista rigorosamente maschile, l’evolversi di un rapporto che da due, si fa tre e spesso scivola in un lento declino, per la mancanza di comunicazione e la lotta secolare tra i sessi “le coppie segnate dagli anni hanno ottime e numerose ragioni per non parlarsi, è stato detto. Vero. Ma è anche vero che hanno altrettante ragioni per scongiurare il silenzio.”

E’ una storia che offre l’occasione per una seria riflessione sulla genitorialità, sullo spostamento in avanti dell’età in cui ci si sente “pronti” a fare i genitori “eravamo anagraficamente incongrui alla prima paternità e alla prima maternità…. La sfida che ci attendeva era impari: non si dovrebbero indossare gli scarpini rigidi del principiante quando ci si approssima a superare la linea di confine dei quarant’anni o magari, peggio ancora, la si è già superata. Non è giusto, non è onesto, è un match truccato

E poi una dolcissima dichiarazione d’amore alla figlia che ancora deve nascere, e una presa di consapevolezza che il legame che si instaura è per sempre e sarà di amore incondizionato, che andrà aldilà di qualsiasi rottura o cambiamento nella dinamica della coppia “Non avere paura, andrà come deve andare… Tu dormi, qualunque cosa tu sia, dormi. Non badare a niente, e soprattutto ascolta quello che ti dico: non ci ascoltare. Quando ci sarai tu noi saremo diversi, saremo migliori. Migliori di quanto non siamo mai stati


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