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Un giorno questo dolore ti sarà utile

  • Peter Cameron (Gli Adelphi)
  • 29 gen 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Mi sono svegliata, nel cuore della notte, un incubo non mi faceva più riprendere sonno, così ho letto questo libro, tutto in una volta, fino a quando non sono crollata alle prime luci dell'alba. Perchè è così, ci sono libri, che sembrano scritti apposta per accompagnare le nostre ore più difficili.

E' il racconto di un 'estate vissuta dal giovane James a Manhattan, i suoi genitori sono divorziati, padre avvocato di un prestigioso studio, madre sempre affiancata dall'uomo sbagliato (così come la la sorella) proprietaria di una galleria d'arte contemporanea, in cui il ragazzo si ritrova a lavorare prima della sua nuova vita al college.

James è il ritratto di un ragazzo a cui piace la sua solitudine "non sono uno psicopatico (anche se non credo che gli psicopatici si definiscano tali) è solo che non mi diverto a stare con gli altri. Le persone, almeno per quel che ho visto fino adesso, non si dicono granchè di interessante. Parlano della loro vita, e le loro vite non sono interessanti. Quindi mi secco. Secondo me bisognerebbe parlare solo se si ha qualcosa di interessante o di necessario".

La sua "diversità", secondo la maniera semplicistica e riduttiva di etichettare, il suo acume nell'osservare gli altri, spaventano molto, tanto che i genitori lo spingeranno a rivolgersi ad una psicoterapeuta.

I suoi sogni, i suoi desideri sono solo suoi, non convenzioniali, non conformi ai desideri degli altri e l'unica persona con cui riesce a parlare e a condividere le sue emozioni, senza sentirsi giudicato è sua nonna che riesce nei loro incontri a tranquillizarlo a farlo sentire bene "a volte le brutte esperienze, servono a chiarire che cosa dobbiamo fare davvero. Forse ti sembro troppo ottimista, ma io penso che le persone che fanno solo belle esperienze non sono molto interessanti....il difficile è non lasciarti abbattere dai momenti brutti. Devi considerarli un dono, un dono crudele, ma pur sempre un dono"

Quanta saggezza, quanta verità in queste parole.

James osserva il mondo degli adulti e tutto gli appare insensato, è spietato e crudele nei suoi giudizi sulle manie, sulle piccole e grandi ossessioni, sul rincorrere e circondarsi di cose futili, sul quel rispetto di norme e consetudini che portano a vivere vite artificiali e poco inclini alla vera natura della persona. James non si conforma, viene etichettato e ne soffre, certo, ma rimane se stesso "ho solo diciotto anni. Come faccio a sapere cosa vorrò nella vita? Come faccio a sapere cosa mi servirà?"

Originale, unico.


 
 
 

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© 2016 Paola Alessandro

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